Fuggita giovanissima dalla Russia comunista, raccontò le vite degli esuli russi anti-comunisti, rifugiati a Parigi, in racconti e romanzi; scrisse biografie di autori russi.
Nina Nikolaevna Berberova (San Pietroburgo, 8 agosto 1901 – Filadelfia, 26 settembre 1993) è stata una scrittrice russa. Lascia l’URSS nel giugno del 1922, temendo per la persecuzione operata dai comunisti contro i borghesi, una classe sociale che il nuovo Regime considera un nemico naturale della Rivoluzione. Dopo varie peregrinazioni – in Germania, Cecoslovacchia e Italia, dove fece parte dell’entourage di Maksim Gor’kij – si stabilisce a Parigi nel 1925, rimanendovi fino al 1950, anno in cui si trasferisce negli Stati Uniti, divenendo cittadina americana nel 1959.
Il soggiorno a Sorrento segna un momento cruciale per l’evoluzione di aspetti rilevanti della personalità di Berberova: il rapporto quotidiano con Gor’kij le fa scoprire un’affinità non sul piano professionale, bensì sul piano umano. Nello scrittore avverte una divina energia elettrica che deriva dall’entusiasmo quasi folle dell’agire, entusiasmo che non solo trova in lei una rispondenza, ma diventa il motore stesso della sua esistenza. Le passeggiate con Gor’kij e i suoi racconti su Čechov e Andreev, il dialogo quotidiano con Chodasevič e il via vai di intellettuali russi alla villa di Sorrento costituiscono l’ambiente vitale di Berberova che in modo rudimentale comincia a muovere i primi passi nella ricerca di una scrittura propria e porre le basi per quella che poi diventerà la sua professione: con Maksim, il figlio di Gor’kij, inventa una rivista umoristica che esce a scadenza settimanale e in un unico esemplare su cui vengono pubblicati scritti inediti. In quella rivista esce Romanzo epistolare la sua prima opera in prosa.
Nina Berberova è la voce poetante della melanconica vita degli emigrés russi, transfughi dalla Russia della rivoluzione, inadatti a integrarsi nella dura realtà di una nuova vita lontano dalla madrepatria, perduti nel sogno di un passato incantato: quello di una Russia spesso più immaginata che reale. Ella tornò una sola volta in Russia, dopo 65 anni, per un soggiorno di varie settimane, nel 1989 su invito dell’Unione degli Scrittori. Morì il 26 settembre 1993 a Filadelfia, in seguito alle complicazioni per una caduta.
Nel 1992 Claude Miller ha diretto il film L’accompagnatrice adattamento del libro omonimo.
FONTI:
ILPIACEREDILEGGERE.IT
GREENME