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Non solo una gran scrittrice, è stata soprattutto una donna libera. Yourcenar scriverà per tutta la vita in francese e sarà la prima donna a entrare a far parte dell’Académie française. Il suo capolavoro, Memorie di Adriano, è stato tradotto in quaranta lingue.

Marguerite Yourcenar, prima ancora di affermarsi quale straordinaria scrittrice, è stata soprattutto una donna libera. Al pari del suo personaggio prediletto, il filosofo Zenone protagonista de L’opera al nero che preferisce morire anziché rinnegare gli ideali di conoscenza e libertà, la Yourcenar ha vissuto da anticonformista, disinteressandosi dei giudizi altrui.

Ha amato intensamente una donna, e prima e dopo di lei due uomini omosessuali; ai corridoi dell’Académie Française, di cui è stata la prima donna ad essere eletta membro, ha preferito i viaggi in tutto il mondo, alla ricerca di nuove esperienze. Nei suoi lunghi spostamenti ha cercato non soltanto l’approccio con paesi nuovi e sconosciuti, ricchi di storia e patrimonio artistico; piuttosto, il suo vero scopo è stato approfondire la conoscenza dell’essere umano in tutte le sue sfaccettature, indagandone i sentimenti e le emozioni, ma anche le mediocrità e le bassezze.

Ed è proprio l’animo umano che la scrittrice ha ricostruito attraverso i suoi personaggi, storici e non.

Marguerite Cleenewerck de Crayencour, questo il nome reale della scrittrice, nasce a Bruxelles l’8 giugno 1903 in una famiglia franco-belga (il padre, alto borghese, è un francese figlio di una ricca proprietaria terriera, la madre, belga, è d’origine nobile). Orfana di madre a soli dieci giorni di vita, Marguerite cresce nella villa della nonna paterna a nord della Francia, dove studia privatamente e si dimostra un’avida lettrice fin da piccola: a soli otto anni legge Racine e Aristofane, a dieci impara il latino, a dodici il greco. A 17 anni pubblica il suo primo libro di poesie, con lo pseudonimo di Marg Yourcenar (anagramma del cognome). A 21 anni, durante un viaggio in Italia, visita per la prima volta la Villa Adriana e inizia la stesura dei primi appunti per il suo capolavoro, Memorie di Adriano.

Nel 1937 incontra Grace Frick, sua insegnante di letteratura inglese. L’incontro si rivelerà fondamentale non solo per la sua carriera, ma anche per la sua vita: la donna sarà la sua compagna fino alla sua morte.

Nel 1947 Marguerite ha ottenuto la cittadinanza americana e ha adottato legalmente il cognome Yourcenar; professionalmente, oltre che alla sua produzione letteraria si è dedicata all’insegnamento della letteratura francese e della storia dell’arte. L’acquisita serenità nella vita privata sembrava ispirare la scrittrice, che nel 1951 ha dato alle stampe l’opera che l’ha consacrata definitivamente nell’empireo dei grandi scrittori: Memorie di Adriano, straordinario romanzo storico concepito in forma di lunga epistola autobiografica indirizzata dall’imperatore Adriano al nipote e futuro imperatore Marco Aurelio.

A partire dal 1955 la Yourcenar ha unito all’attività letteraria l’impegno sociale. Sempre più preoccupata dei mali della società contemporanea, infatti, ha aderito a numerose associazioni di difesa dei diritti umani e della pace, nonché di tutela dell’ambiente: questi temi ricorrono in molte opere e articoli di giornale. Nel 1962 è stato pubblicato il libro Con beneficio di inventario, che comprende la maggior parte dei saggi scritti dal 1954. Nel 1964, poi, sono uscite le sue traduzioni dei negro spirituals, pubblicate con il titolo di Fleuve profond, sombre rivière.

Da questo momento la scrittrice inizierà una serie di viaggi per il mondo, che si interromperanno solo nel 1979, a causa della malattia e morte della compagna. L’anno successivo entrerà a far parte dell’Académie française, una delle più antiche istituzioni culturali francesi; sarà la prima donna a farlo.

È del 1980 la lunga intervista rilasciata dalla Yourcenar a M. Galey, Les yeux ouverts (trad. it. 1982), titolo che richiama la lucidità e l’attenzione a tutti i costi, che è senza dubbio il comune denominatore della sua vita e della sua opera, che da sempre è stata al centro di un’intensa e appassionata lettura critica.

Muore nel 1987.

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FONTI:
ROMA DAILY NEWS
TRECCANI

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