Prima traduzione ed edizione italiana, 1922 edizioni Angelo Fortunato Formiggini, collana I Classici del ridere
La Collana “I classici del ridere”, che costituisce una delle principali realizzazioni dell’editore modenese, è caratterizzata dalla presenza in ogni testo di numerose xilografie, commissionate a incisori dell’epoca. In essa si produssero nobilmente molti dei più noti xilografi e bianconeristi italiani (A. De Carolis, Emilio Mantelli, G. Doré). La Collana è formata da 105 numeri pubblicati dal 1913 al 1938. Stampata con estrema cura anche nella veste formale dei volumi (la copertina della Collezione è di Adolfo De Carolis), il Formiggini vi raccolse le opere dei classici di ogni cultura, di ogni tempo, che avessero una qualche attinenza col ridere.
La pubblicazione del Tristano Shandy per i tipi di Formiggini risponde innanzitutto alla necessità di colmare una lacuna evidente nel mercato dei classici stranieri: sebbene il Tristram Shandy non fosse mai stato tradotto in italiano, eccezion fatta per i tre frammenti pubblicati da Carlo Bini nel 1829 sull’«Indicatore livornese», il romanzo di Sterne rimaneva comunque molto conosciuto e menzionato.
Se è vero che la pubblicazione del Tristram Shandy consente di realizzare un’operazione commerciale in grado di coniugare la novità di un testo inedito alla sua fama già acquisita di ‘classico’, si può far notare che la proposta del testo di Sterne è anche decisamente in sintonia con lo spirito del tempo. Da un lato, vi è in quegli stessi anni la riscoperta dello Shandy come romanzo ‘di rottura’ da parte dei critici formalisti: proprio all’inizio degli anni Venti appaiono in Russia i saggi di Sklovskij dedicati a Sterne e alla Teoria della prosa (saggi che saranno tradotti in italiano solo negli anni Sessanta).
Dall’altro lato, la riflessione coeva sul riso e sull’umorismo, sviluppata da autori come Bergson, Freud8 e Pirandello, influenza la riscoperta di classici dell’umorismo, tra i quali viene fatto rientrare anche il romanzo di Sterne. Sebbene la prima coincidenza cronologica sia una mera coincidenza, lo stesso non si può dire della seconda. Angelo Fortunato Formiggini, infatti, era estremamente interessato alla riflessione sul comico e sul riso, tanto da aver discusso, nel 1907, una tesi di laurea intitolata Filosofia del ridere. Il primo Tristram Shandy italiano, pertanto, vedrà la luce proprio in seno a una collezione editoriale esplicitamente dedicata ai Classici del ridere
Trama
Il romanzo è il ritratto umoristico di una famiglia e delle persone che entrano in contatto con i suoi componenti: il padre di Tristram, il geniale Walter, la madre molto posata ma un po’ ottusa, lo zio Toby, un ex ufficiale dell’esercito, troppo pacifico per la sua professione, il parroco Yorick, che si distingue per ingenuità e umorismo, il caporale Trim e la vedova Wadman. Il narratore, cioè Tristram stesso, interviene e commenta il corso del processo di scrittura o le disgraziate vicende che lo hanno coinvolto fin da prima della sua nascita. Inoltre, l’autore inserì nella trama amici e rivali, facilmente riconoscibili, nei panni di personaggi comici.[2]
Tecniche e stile
Sterne è universalmente considerato il precursore del romanzo modernista[3] è un’opera decisamente insolita, che fa parodia e sperimentazione delle strutture narrative allora in voga, tanto che alla fine si scoprirà che la narrazione ha coperto solo una giornata di vita della famiglia[3]. La nuova concezione del romanzo di Sterne si manifesta anche nelle stranezze tipografiche: una pagina completamente bianca, un’altra nera, una marmorizzata, i capitoli a volte di una sola frase. Viene considerato un antiromanzo in quanto rompe con le convenzioni del romanzo tradizionale, attraverso le digressioni nella narrazione, l’uso innovativo della cronologia tra flashback e flashforward, l’assenza di una vera e propria trama. Viene considerato anche un metaromanzo, in quanto troviamo riflessioni sui processi narrativi di scrittura e sulla natura del romanzo in sé.
SCHEDA TECNICA
Roma, A. F. Formiggini Editore (Modena, Ferraguti), 1922-1923. Prima versione italiana di Ada Salvatore. Con xilografie di Benito Boccolari. Opera completa in 3 Volumi. Volumi N. 40, 42 e 44 appartenenti alla Collana: Classici del ridere. In 8vo (cm. 20,5); legature originali rigide in tutta tela editoriale, illustrate ai due piatti, con titoli ai dorsi; pp. Vol. I: XVI, 276, (4); Vol. II: (8), 274, (4); Vol. III: (8), 209, (3). Ogni libro è introdotto da un occhietto a parte; il testo è sempre preceduto da una vignetta e si chiude sempre con un finalino. Si hanno così al primo volume: (che comprende i primi 3 libri) tre vignette e tre finalini, oltre a 12 tavole nel testo siglate BdB (Benito da Bazzovara, paese natale di Boccolari) e alle 2 tavole dell’originale, una delle quali tirata in blu; al secondo volume: (che comprende i libri IV-VI) 3 vignette, 3 finalini, un occhietto su pagina dispari ad ogni libro, 12 illustrazioni; al terzo volume: (che comprende gli ultimi 3 libri dell’opera) 3 vignette, 3 finalini, 13 xilografie nel testo. Pagine di guardia decorate.
QUOTAZIONE: 80 euro
APPROFONDIMENTI:
– il processo editoriale delle prime edizioni di Tristam…
– Chi è Angelo Fortunato Formiggini