Non vorrei parlarvi di Giovannino Guareschi, perchè davvero non finirei più e non basterebbero tutte le pagine (seppur virtuali) di questo blog, ma proprio del settimanale satirico IL CANDIDO.
Il Candido è stato un settimanale umoristico, fondato nel 1945 a Milano da Giovanni Mosca e Giovannino Guareschi (che ne fu anche direttore fino al 1957), edito da Angelo Rizzoli. Fu un giornale di satira politica. La satira era rivolta alla politica italiana degli anni del dopoguerra, in particolar modo verso i comunisti italiani, verso l’Unione Sovietica e i paesi del patto di Varsavia.
il 28 dicembre 1946 apparve il primo racconto di Don Camillo, che divenne una saga ventennale in 346 puntate e 5 film conosciuta in tutto il mondo
Il fenomeno “Don Camillo” era nato per riempire i buchi delle pagine della rivista satirica “Candido” che Guareschi aveva fondato nel 1945, dopo la guerra, con il simpatico e arguto Giovanni Mosca. Bravo vignettista, il Nostro provvedeva anche alle figure. La rivista era edita da Rizzoli. Con “Candido”, Guareschi ebbe seri guai giudiziari.
Il primo per via di una vignetta che irrideva la figura di Einaudi, allora capo dello Stato nonché proprietario di una tenuta vinicola, e poi ebbe una ben più grave seconda esperienza con la legge in quanto pubblicò due lettere, una dattiloscritta e una vergata a mano, attribuite a De Gasperi (presidente del Consiglio): erano indirizzate agli anglo-americani ai quali si suggeriva di bombardare indiscriminatamente la periferia romana per mettere in cattiva luce gli alleati fascisti dei tedeschi e favorire così l’espulsione di questi ultimi dalla capitale. Il processo fu deplorevole: il Tribunale impedì l’autenticazione degli scritti (nel primo caso, la sola firma), non ammise alcune testimonianze, favorì De Gasperi grazie alle mene di un principe del foro di allora, l’Avv. Delitala.
Guareschi fu condannato a dodici mesi di carcere, non si presentò in appello e alla fine scontò 409 giorni fra cella e arresti domiciliari in quanto si aggiunse l’aggravante del precedente reato contro Einaudi.
Non accettò il perdono e la grazia. E’ rimasto l’unico giornalista italiano a subire l’intero carico carcerario per una pubblicazione.
Vi consiglio di leggere questo articolo: Cinquant’anni fa, il congedo del Candido di Guareschi di Dario Mazzocchi
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