Il decamerone (seconda edizione)
Una collana di pregio pubblicata dal 1913 al 1938 da Angelo Fortunato Formiggini
Stampata con estrema cura anche nella veste formale dei volumi (la copertina della Collezione è di Adolfo De Carolis), il Formiggini vi raccolse le opere dei classici di ogni cultura, di ogni tempo, che avessero una qualche attinenza col ridere. Così, classici italiani e stranieri, antichi, moderni e contemporanei, prosatori, poeti dialettali, commediografi si alternarono nella Collezione. Questa Collana, fin dalla progettazione nel 1912, fu da lui considerata la più vasta e la più caratteristica manifestazione della sua attività editoriale. La Collana, che costituisce una delle principali realizzazioni dell’editore modenese, è caratterizzata dalla presenza in ogni testo di numerose xilografie, commissionate a incisori dell’epoca. In essa si produssero nobilmente molti dei più noti xilografi e bianconeristi italiani (A. De Carolis, Emilio Mantelli, G. Doré). La Collana è formata da 105 numeri pubblicati dal 1913 al 1938.
Formiggini progetta la sua collezione di Classici del ridere sin dal 1912, con l’intenzione precisa di costituire con essa la collana più rappresentativa della sua Casa e dei suoi interessi critici. In una nota interna del 13 novembre 1912, l’editore modenese presenta la collezione in preparazione («una grande collezione di classici del ridere senza limiti di tempo o di luogo»),10 chiede consigli ai collaboratori per eventuali opere da includere, e stila una lista di promesse di collaborazione già ottenute: tra le altre, spiccano quella di Massimo Bontempelli per l’edizione integrale del Decameron, e di Attilio Momigliano per le antologie di Carlo Porta e Luigi Pulci. Verso la fine della circolare, Formiggini segnala di avere già in preparazione il Satyricon di Petronio e la Secchia rapita di Tassoni, entrambi accompagnati da illustrazioni: come puntualizza l’editore, tutti i volumi della collana saranno illustrati da xilografie autentiche. In questa precoce ossatura dei Classici del ridere costituita da poco più di una ventina di titoli, trovano spazio classici latini come l’Asino d’oro e I dialoghi di Luciano, classici italiani soprattutto gli scrittori inglesi.
Il fiore all’occhiello è la traduzione in italiano del celeberrimo “Tristam Shandy” di Laurence Stern, di cui il Formiggini si era già occupato: fu l’oggetto della sua tesi di laurea!
APPROFONDIMENTI:
– il processo editoriale delle prime edizioni di Tristam…
– Chi è Angelo Fortunato Formiggini