l'edizione del 1940
QUARTIERI ALTI, Ercole Patti, Roma Edizioni 1940 – PRIMA EDIZIONE
Narratore, commediografo, critico cinematografico, sceneggiatore (con Brancati, Zavattini, Fellini, Soldati, Flaiano), giornalista (inviato speciale e collaboratore di autorevoli testate, “Il Popolo di Roma”, “Corriere della Sera”, “La Stampa”, “Tempo”, Il Messaggero”, “L’Europeo”), Ercole Patti (Catania, 1903 — Roma, 1976) è uno scrittore poliedrico, non sfiorato dalle mode.
Ercole Patti era ostinato e innamorato della scrittura, che non smise mai di esplorare, senza pregiudizi, nelle sue infinite possibilità. Fu critico, romanziere, inviato, sceneggiatore, drammaturgo e persino paroliere.
Siciliano di nascita ma romano di adozione, racconta lui stesso in «Roma amara e dolce» di quanto amasse godersi la capitale: camminare, fermarsi a leggere sulle panchine del Pincio, sedersi nei caffè frequentati dagli artisti. Il caffè Aragno in via del Corso 181, le latterie del centro, il caffè Greco. La notte, come gran parte dei suoi colleghi aspiranti scrittori o artisti affermati, la passava al teatro degli Indipendenti, di Anton Giulio Bragaglia (non cercatelo nemmeno… è stato distrutto, questo teatro!)
Arriva alla notorietà nel 1940, grazie al romanzo Quartieri alti, una narrazione satirica dell’alta borghesia romana col piglio dell’indagine di costume. Una vena questa, che lo scrittore aveva alimentato negli anni in cui, con lo pseudonimo di Signor Pott, aveva tenuto una rubrica di satira sul «Tevere», rivista alla quale collaboravano anche Vittorini e Brancati, grande amico di Patti. Il libro ebbe successo, e lo scrittore fu invitato a scrivere per il cinema.
Da questo libro il regista scrittore Mario Soldati trarrà ispirazione per l‘omonimo film del 1945.
Collabora con Ugo Betti, Vincenzo Talarico, Cesare
Zavattini, ma il 10 ottobre del 1943 venne arrestato e condotto a Regina Coeli.
Le ragioni non furono mai chiarite, ma il pettegolezzo dice che Alessandro
Pavolini volle far vendetta della povera Doris Duranti, attrice e amante del
ministro del Minculpop, maltrattata a suo tempo da Patti nella sua rubrica di
cinema.
A Regina Coeli, lo scrittore conobbe, tra gli altri, Giuseppe Saragat. Tre mesi
dopo viene trasferito a San Gregorio al Celio, prigione di lusso per detenuti
eccellenti. «Era una delle più strane prigioni che immaginar si possono. Cameriere
vestite di nero con grembiulini bianchi e crestine bianche fra i capelli,
servivano a tavola e rifacevano le stanze. Ogni mattina in un quadretto
ricoperto da vetro veniva affisso il menù della giornata scritto a macchina a
caratteri rossi e blu». Una specie di albergo, dove i detenuti potevano
ricever visite e passavano il tempo giocando a poker, uomini e donne in
compagnia. Dopo la guerra, lo scrittore riprende il suo rapporto con il cinema.
Partecipa alla scrittura del film «Villa Borghese», con Ennio Flaiano, Giorgio
Bassani, Rodolfo Sonego, Age e Scarpelli.
Ercole Patti muore il 15 novembre 1976, nella sua amatissima casa di Lungotevere Flaminio. Lo stesso giorno di Nino, protagonista del romanzo «Un bellissimo novembre», dal quale aveva tratto un film Mauro Bolognini, interpretato da Gina Lollobrigida e Gabriele Ferzetti.
Anno pubblicazione: 1940
Editore: Roma Edizioni
Soggetti: Letteratura Italiana novecento
Peso di spedizione: 750 g
Luogo di pubblicazione: Roma
Note Bibliografiche
Mm 140×195 Brossura editoriale di 163 pagine, copertina illustrata da Amerigo Bartoli. Segni d’uso e del tempo, leggera scollatura centrale, ma in generale in buono stato.
Quotazione: 48 euro (non più disponibile)