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Io ci sono proprio inciampata, nel mestiere di libraia. Le mie esperienze lavorative sono le più disparate: dall’ufficio marketing di una grossa ditta a giornalista pubblicista con un background in ambito teatrale e organizzazione eventi.
Sono inciampata in Bookbank, dicevo, a causa della mia passione per la lettura. E quando sei una lettrice, le librerie di libri usati sono come la luce per una falena: ci voli dentro. I motivi sono semplicemente due: respiri l’odore dei libri mentre ti fai scegliere da quello che comprerai, e sai che risparmierai (cosa da non sottovalutare!).
Il salto da lettrice accanita a libraia l’ho fatto a settembre nel 2013. Sì, “la mia” Bookbank compie 11 anni… anche se in realtà, dalla prima gestione, Bookbank ne compie 19, di anni.
“Mi trasferisco” – mi disse un giorno di settembre nel 2008 Anikò l’inventrice di Bookbank – “e vendo l’attività”. Una frase detta en-passant, tra una chiacchiera e l’altra. Il campanello ha suonato nella mia testa e, dopo incontri e conti, mi decido: faccio il salto. “Mi spiace – mi dice quel giorno Anikò – ma ho concluso ieri con una ragazza che si chiama Elena”. La delusione mi ammutolì.
“Voglio proprio vedere chi è ‘sta Elena che mi ha fregato la Bookbank” – ho pensato un giorno e sono rientrata in libreria. Elena – al contrario dei miei pensieri - si è rivelata una persona simpatica e tra un libro e l’altro siamo pure diventate amiche. Molto amiche.
“Voglio fare la maestra” – mi dice un giorno Elena – “e vendo l’attività”. Di nuovo, una frase detta en-passant, tra una chiacchiera e l’altra. Il campanello, ancora una volta, ha suonato nella mia testa e dopo una sola notte passata in bianco mi decido: faccio il salto.
Era settembre 2013.
Da allora Bookbank è un sogno che ho rincorso, è l’entusiasmo di chi entra in libreria e sgrana gli occhi, è un treno che è passato due volte (potevo forse perderlo ancora?); sono le nottate passate a inventariare catalogare spostare archiviare, è la curiosità di scovare libri “nuovi”, è l’emozione di trovarsi faccia a faccia con un volume raro e ingiallito, è la fantasia che riempie l’aria e che nasce proprio lì sotto… al termine della scala a chiocciola, è la notte passata in bianco ricca di pensieri (si potrebbe fare questo o quell’altro...) e di calcoli; è l’ansia di arrivare a fine mese, è la gioia di ospitare artisti con le loro opere, è la delusione di un cassetto vuoto, è la felicità di un cuore pieno, è il sapore di torta e focaccia, è il profumo di tè caldo e di vino speziato, è la stanchezza dopo i mercatini, è la felice constatazione che tanti clienti sono diventati amici.
È una canzone che ti spinge ad andare avanti, nonostante il vento contro. È questo il mio gesto ribelle: provare ad andare di Bolina, finché ci riesco.
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